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La Morte nell’Arte. La rappresentazione della morte e del morire.
Elena Alfonsi
Davide Lora
L’Arte ritengo debba essere considerata una Disciplina Specialistica Interdisciplinare alla Tanatologia. Come tale è contributo fondamentale alla vita, attraverso lo splendore della pittura e della scultura. In un tempo nel quale l’immagine si è accostata sempre con più prepotenza alla parola, dovremmo riportare l’attenzione al fatto che l’artista assuma un ruolo di grande responsabilità nella diffusione del pensiero con il proprio linguaggio espressivo: uno strumento attraverso cui sensibilizzare l’opinione pubblica sulla fragilità di chi popola la terra e della terra stessa.
Nell’ambito della ricerca di molti artisti lo sguardo all’importanza del racconto della vita e della morte è strettamente legato al dipanarsi del percorso esistenziale dell’uomo. Fonte d’ispirazione dei lavori di molti maestri è il portato artistico-scientifico e visionario di Leonardo da Vinci; egli fu il primo Maestro nel Rinascimento a riconnettere lo sguardo dell’artista all’intima energia che muove gli elementi della natura, alla loro mutazione e trasformazione, e si mosse alla ricerca delle leggi che governano le relazioni tra microcosmo e macrocosmo dando testimonianza di una corrispondenza infinita tra le parti e il tutto.
Sulle differenti superfici avvengono le metamorfosi di una propria natura, si sedimenta il colore, il segno, la forma nell’esecuzione, si fonde ogni armonia stilistica per dare luogo al nuovo racconto stimolo al mutamento dell’uomo e al riflettere sul grande mistero della morte. I personaggi che inondano e imbevono le superfici, che occupano gli spazi, riportano l’attenzione alla materia e al magnetismo della comunicazione. Il comporre di ogni artista è un dialogo tra la storia assorbita e imprigionata nella trasformazione, dove i gesti privilegiati e silenziosi che si stabiliscono, si precisano e cristallizzano come certezze, sono reliquie deposte a sublimare i resti del passato per comprendere il presente.
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