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Museo Civico di Crema e del Cremasco
19 Ottobre 2024 – 12 Gennaio 2025
A cura di Lidia Gallanti con Edoardo Fontana e Silvia Scaravaggi
La mostra, promossa e prodotta dal Museo Civico di Crema e del Cremasco, indaga il fenomeno e la figura del vampiro, dalla sua genesi in antichi miti e credenze fino alla icona pop della contemporaneità, illustrandone le implicazioni culturali e artistiche attraverso oltre 200 opere provenienti dal patrimonio di 20 biblioteche pubbliche italiane e di collezionisti privati, tra testi letterari e poetici, incisioni, fogli sciolti, edizioni originali e materiale iconografico.
Il termine vampiro, nella letteratura europea, è utilizzato per la prima volta attorno al 1730, sebbene l’origine di questa figura sia radicata in tempi lontani: nasce in culture e religioni distanti tra loro, ma accomunate dall’esigenza di trovare una spiegazione ai fenomeni esoterici del ritorno dalla morte e quindi un riferimento simbolico nella lotta tra il bene e il male. Con il passare del tempo e il mutare della società e dei costumi, si trasforma in una icona ambivalente e ineffabile, cristallizzandosi in un poliedro di multiformi presenze, che, nel corso dei secoli, si ammanta di fascino ambiguo, oscuro, incerto. Il vampiro è un essere fluido, privo di una connotazione sessuale precisa, a cavallo tra vita e morte, che subisce malvolentieri le leggi della natura e le sovverte, incarnandosi in corpi sempre differenti e contaminando i generi e le forme di arte e di letteratura.
Dal mito mesopotamico di Lilītu (Lilith), demone della notte, si guarda ai culti ellenici: la controversa vicenda della nèkyia omerica, rito necromantico che risveglia gli spiriti dal mondo dei morti. In mostra se ne tiene traccia con le illustrazioni di John Flaxman, di William Russell Flint, nel testo di Remy de Gourmont, illustrato da Henry Chapront, e nel ciclo contemporaneo di Edoardo Fontana che ne porta il titolo. Nel percorso espositivo si risale ai primi trattati esoterici e pseudoscientifici del Settecento, come il seminale De masticatione mortuorum in tumulis di Michael Ranfft, pubblicato a Lipsia nel 1725 (Biblioteca Manfrediana di Faenza). Dalla medesima vicenda prendono avvio le Dissertazioni dell’abate francese Augustin Calmet (Biblioteca Queriniana di Brescia, Biblioteca Passerini-Landi di Piacenza e Collezione Bianchessi di Crema).
L’esistenza di upiri, vrikolaki, strigoi era confutata da personalità come il medico olandese Gerard Van Swieten, nel suo Vampirismus (1787, Biblioteca Manfrediana, Biblioteca Passerini-Landi) e dall’arcivescovo di Trani Giuseppe Davanzati(Dissertazione sopra i Vampiri, 1789, Biblioteca Passerini-Landi). Lo stesso approccio scettico si trova anche nella, raramente considerata, Lettera di un Amico ad una Dama sopra i Vampirj, pubblicata nel 1765 a Venezia, e qui esposta dalla Collezione Biancardi di Milano.
Sul finire del XVIII secolo, il positivismo illuminista cede il passo a una letteratura più intima ed emotiva che introduce il primo Romanticismo, ove fa la sua apparizione la figura della belle dame sans merci. È facile riconoscere in questa donna misteriosa e letale, il presupposto su cui si baserà l’idea di vampiro moderno. Ecco Lilith raffigurata nel celebre dipinto ottocentesco di Dante Gabriel Rossetti, ed ecco Lamia di John Keats, Christabel di Samuel Taylor Coleridge, che sarà illustrata anche da Lucien Pissarro (Eragny Press, 1904). In mostra sono esposte la litografia dal Disegno preparatorio per Lamia di John William Waterhouse (1905); le illustrazioni di Gerald Metcalfe e la litografia a colori e oro Christabel (1898) di George Frampton e infine le acqueforti art déco di Frank Sepp per La sposa di Corinto di Johann Wolfgang von Goethe (1925, Collezione Proverbio, Milano e Lisbona).
Nel 1816 presso Villa Diodati, sul lago di Costanza, si incontrarono Lord George Gordon Byron, il suo segretario, John William Polidori e Percy Bysshe Shelley, con la moglie Mary Wollstonecraft Godwin. Il gruppo di amici decise di sfidarsi nella stesura di racconti di terrore. Mary Shelley concepì qui il suo capolavoro Frankenstein di cui in mostra è esposta la prima edizione italiana (de Luigi, 1944). Dalla suggestione di un abbozzo di racconto di Lord Byron, A Fragment (si espone una copia tarda ottocentesca del testo e una delle prime traduzioni italiane), William Polidori scrisse The Vampyre (1819), di certo il primo racconto moderno sul tema. Lord Ruthven, figura ispirata da Byron, è una creatura crudele che agisce all’interno di una società alto-borghese e nobile. In Italia appare con il titolo Il vampiro in una rivista di geografia e viaggi «Il Raccoglitore» (1821, Biblioteca di Lovere). Negli stessi anni Ernst Theodor Amadeus Hoffmann scrive lo straordinario Vampirismus, oscura e terrificante vicenda di cui in mostra sono esposte la prima traduzione italiana (Battistelli, 1923, Biblioteca Statale di Cremona) e le illustrazioni di Franz Wacik.
Dopo Charles Baudelaire protagonista di arte e letteratura diventa la «musa corrotta dall’estetica del male», le donne non morte e ritornanti di Edgar Allan Poe, di Joseph Sheridan Le Fanu e di Rudyard Kipling. La sublimazione della bellezza terribile supera l’immaginario romantico per trasformarsi nella femme fatale. In mostra sono presenti libri con illustrazioni tratte dai racconti dell’orrore di Poe, tra queste le immagini per Ligeia e Berenice come quelle realizzate all’acquaforte da Wogel, pubblicate nel 1884 (Collezione Bandirali di Crema). A Poe si ispirarono anche artisti come Harry Clarke, Byam Shaw,Edmund Dulac e Alberto Martini. È interessante notare come il vampiro, a un certo punto della sua storia, sia rappresentato in continua decontestualizzazione: può esserne un esempio la litografia nella quale Martini ritrae la Marchesa Casati come una vamp.
Carmilla di Joseph Sheridan Le Fanu pubblicato per la prima volta sulla rivista «The Dark Blue», in mostra, con la sua vittima, Laura, rappresenterà da principio le contraddizioni dell’Inghilterra perbenista, per divenire simbolo di una sessualità sempre più libera. Sarà illustrata negli anni Ottanta del Novecento da Leonor Fini. Completamente diverso è il personaggio, a cavallo tra realtà e finzione, di Erzsébet Báthory. L’artista post-impressionista ungherese István Csók, di cui è esposta una acquaforte, la ritrasse spesso ed ebbe per lei una sorta di infatuazione.
La figura di Giuda, come suicida, è spesso associata al vampiro. Aubrey Beardsley creò, nel 1893, A Kiss of Judas, disegno sulla rivista «Pall Mall Magazine» per accompagnare l’omonimo racconto di Julian Osgood Field. A Beardsley si ricollega Marcus Behmer: su tutte le immagini pubblicate nella sua Salomè, si impone la mostruosa farfalla-vampiro che ci riconduce al suo simbolo di tramite tra mondo terreno e ctonio. Qualche anno prima era stata pubblicata la traduzione francese del De Demonialitate di Ludovico Maria Sinistrari, il cui manoscritto risalente agli ultimi anni del Seicento fu riscoperto da un editore di Parigi. Sinistrari considerava il vampiro come tutti quei demoni, talvolta nemmeno troppo sgraditi, che animavano di fantasie licenziose il dormiveglia. Di quegli anni è anche Olalla (1885) la vampira spagnola di Robert Louis Stevenson che, tra sensi di colpa e perbenismo vittoriano, sarà banco di prova per un esperimento di traduzione pubblicato da Alfred Jarry sul «Dossiers acénonètes du Collège de Pataphysique», nel 1958.
Nel 1897 Bram Stoker pubblicò a Londra Dracula: titolo suggeritogli dal soprannome affibbiato al principe Vlad III di Valacchia. In teca a Crema, alcune edizioni originali inglesi e americane, tra le quali spiccano quelle edite nel primo Novecento. Ad accompagnare queste troveremo la rara anastatica del libretto xilografico che contiene il ritratto di Vlad III, alcune mappe della Transilvania e illustrazioni naturalistiche di pipistrelli, materiale che ispirò Stoker. Fu solo nel 1922 che Sonzogno pubblicò a Milano Dràcula. L’uomo della notte (Biblioteca Manfrediana). Questa traduzione parziale tenne banco in Italia per più di due decenni: la prima edizione integrale vide infatti la luce solo nel 1945 dai Fratelli Bocca (Biblioteca Manfrediana).
La figura del vampiro approda anche nel paese del Sol Levante e si ritaglia un posto nell’immaginario giapponese, assolutamente autonomo rispetto alle armate di yōkai autoctoni, ma al tempo stesso nipponizzandosi e ammantandosi di nuovi livelli di lettura. In mostra la prima edizione di Dracula di Stoker in lingua giapponese tradotta da Teiichi Hirai nel 1956, il raffinato cofanetto Vampire’s Box (2022) di Takato Yamamoto ed altre interessanti illustrazioni e pubblicazioni.
Non mancano, in area italiana, alcuni testi, scritti tra fine Ottocento e inizio Novecento: Vampiro. Una storia vera di Franco Mistrali (1869, Biblioteca Minguzzi-Gentili di Bologna), le novelle di Francesco Ernesto Morando, Luigi Capuana, Giuseppe Tonsi (Il vampiro, 1904, Biblioteca Civica Angelo Mai, Bergamo), Daniele Oberto Marrama e la poesia Il vampirodi Amalia Guglielminetti.
Gli artisti cechi di area simbolista si raccolsero attorno alla rivista «Moderni Revue», la cui più iconica copertina, realizzata da Karel Hlaváček nel 1896, raffigurava proprio una donna vampiro. Lo stesso Hlaváček scrisse inoltre Upír, malinconica poesia pubblicata nella raccolta Tardi verso l’alba che suggerì a František Kobliha uno dei suoi straordinari cicli di xilografie. Lo strigoi romeno è lo spirito non pacificato di un defunto che esce di notte dalla tomba per recare danno ai vivi. Una donna vampiro è la protagonista del romanzo Signorina Christina di Mircea Eliade, esposto nella prima, rara, edizione romena, nella prima italiana e francese. All’interno del romanzo, Eliade cita Mihai Eminescu, presente in mostra con la prima traduzione italiana della poesia Calin, e con la rivista «Convorbiri Literare», ove apparve la poesia Strigoi.
Devono al romanzo gotico di Stoker sia il film Nosferatu di Friedrich Wilhelm Murnau (1922), sia il suo remake, diretto da Werner Herzog e interpretato da Klaus Kinski e dalla giovane Isabelle Adjani, di cui in mostra è presente una copia del manifesto nell’edizione belga del 1979, disegnato da David Palladini. Il film muto di Murnau deve buona parte del suo impatto culturale e seduttivo al genio, un po’ picaresco, del produttore, scenografo e grafico Albin Grau. Egli disegnò innumerevoli versioni del Conte Orlok, ispirandosi al lavoro di Alfred Kubin e soprattutto di Hugo Steiner-Prag, illustratore del Golem di Gustav Meyrink. In mostra un confronto tra i due artisti.
Intervista col Vampiro di Neil Jordan (1994) è tratto dall’omonimo libro di Anne Rice pubblicato nel 1976 e capostipite di una fortunata serie di storie che raccontano una complessa genealogia di vampiri. L’anno precedente Stephen King pubblicò una delle sue migliori novelle, ’Salem’s Lot in mostra con il dirompente I am legend di Richard Matheson che, per la prima volta, attribuisce il vampirismo alla diffusione di un virus.
A partire dall’antologia curata da Elinore Blaisdell nel 1947, e illustrata dalla stessa eclettica artista, tra gli anni Cinquanta e Settanta del Novecento, furono pubblicati numerosi studi letterari e raccolte. È certamente I vampiri tra noi di Ornella Volta e Valerio Riva, la prima esauriente collezione di respiro internazionale. Volta ci dà inoltre, forse, la più visionaria ed eccentrica lettura dell’immaginario vampiresco, con Le vampire, dapprima pubblicato in francese, in mostra la prima edizione, e quindi tradotto in italiano. Su questa scia è il testo del giornalista milanese Emilio de’ Rossignoli Io credo nei vampiri.
Sul tema saranno visibili, per larga parte dalla collezione fiorentina di Emanuele Bardazzi, opere dei più rappresentativi artisti di fine Ottocento e inizio Novecento, mostrando il talento luciferino di Henry Chapront per M.me Chantelouve, immagine guida della mostra, l’estro di Félicien Rops e le immagini esoteriche di Marcel-Lenoir, Alméry Lobel-Riche, Valère Bernarde Carl Schmidt-Helmbrechts. La delicatissima puntasecca Immagini della sera di Raoul Dal Molin Ferenzona (1932) parla di quella capacità evocativa, di quelle visioni simboliche e del potere immaginifico della letteratura e dell’arte, che tanta parte hanno nell’opera degli artisti italiani. Due litografie del francese Georges De Feure evocano il male: Les vices entrent dans la ville (1894) e L’amour aveugle, l’amour sanglant (1893-1894).
Edvard Munch dedica più di una incisione ai vampiri, raffigurati in un gesto ferino teso tra amore e dolore: in mostra una vignetta del 1906. Si passa per le linee tormentate dell’espressionista austriaco Oskar Kokoschka (Collezione Fiori di Bologna), le illustrazioni surrealiste di Max Ernst per i collage di Une semaine de Bontè, fino alla sintesi pop di Andy Warholche elegge Dracula tra le dieci icone della storia dell’umanità. In mostra la litografia a colori dalla serie Myths Suite (1981). La litografia di Roland Topor, autore anche della novella I denti del vampiro, realizzata nel 1968 si discosta dall’immaginario comune e ci conduce in una dimensione onirica obliqua tra ironia e spavento.
I vampiri conquistano anche le copertine dei fumetti Alan Ford e Dylan Dog e s’insinuano tra le pagine di Corto Maltese, con Dracula di Guido Crepax. La narrazione si fa poi più ambigua nelle opere di alcuni artisti contemporanei: archetipiche versioni del mondo dei revenants emergono nei disegni simbolici di Agostino Arrivabene e di Edoardo Fontana. Figure femminili sono protagoniste dell’incisione Spose sorelle di Andrea Lelario e delle calcografie di Sonia De Franceschi. Evocano le atmosfere di Nosferatu le chine di David Fragale e le xilografie di Stefano Grasselli, così come le architetture rarefatte diJacopo Pannocchia. Giungono, infine, a tracciare altri ponti tra passato e futuro, le fotografie di Agnese Cascioli, l’inafferrabilità dell’acquerello Carmilla di Simona Bramati, il segno esoterico di Irene Di Oriente e la tavola originale Carfaxper Dracula raccontato e illustrato da Marco Furlotti.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Museo Civico Crema con prefazione di Antonio Castronuovo.
Testi di Elena Alfonsi, Paolo Battistel, Carla Caccia, Marius-Mircea Crişan, Mario Finazzi, Edoardo Fontana, Lidia Gallanti, Roberto Lunelio, Silvia Scaravaggi, Elena Vismara.
Realizzata in collaborazione con Aretè Associazione Culturale e Alla fine dei conti-Mantova.
Informazioni
Inaugurazione:
Sabato 19 Ottobre 2024 - Ore 17:30
Anteprima stampa:
Venerdì 18 ottobre 2024 - Ore 11:00
Mostra prodotta e promossa da
Comune di Crema, Assessorato alla Cultura, Assessore Giorgio Cardile
Dirigente Francesca Moruzzi
in collaborazione con Aretè Associazione culturale e Alla fine dei conti (Mantova)
Responsabile dei servizi culturali del Comune di Crema
Silvia Scaravaggi
Conservatore del Museo Civico di Crema e del Cremasco
Alessandro Barbieri
Mostra e catalogo a cura di
Edoardo Fontana, Lidia Gallanti, Silvia Scaravaggi
Coordinamento generale, grafica e cura allestimenti
Beggars Studio.
Segreteria organizzativa e di redazione
Laura Inzoli.
Prestatori pubblici
Biblioteca Civica Angelo Mai, Bergamo; Biblioteca Queriniana, Brescia; Biblioteca della salute mentale e delle scienze umane Gian Franco Minguzzi-Carlo Gentili, Bologna; Biblioteca Comunale Clara Gallini, Crema; Biblioteca Museo Civico Crema; Biblioteca Statale di Cremona; Biblioteca Comunale Manfrediana, Faenza; Biblioteca Comunale Tredici Martiri, Lovere; Biblioteca Comunale Passerini-Landi, Piacenza; Biblioteca Scolastica Tartaglia Olivieri, Brescia; Biblioteca Cremona-A.R.T.E.; Centro Fumetto Andrea Pazienza, Cremona; Biblioteca Comunale di Gardone Riviera; Biblioteca Bonometti, Gussago; Biblioteca Comunale di Mairano; Biblioteca Comunale di Monte Cremasco; Biblioteca Comunale di Offanengo; Biblioteca Comunale di Remedello; Biblioteca Comunale di Romanengo.
Prestatori privati
Collezione Simone Bandirali (Crema), Collezione Emanuele Bardazzi (Firenze), Collezione Giovanni Biancardi (Milano), Collezione Alessandro Brivio (Monza), Collezione Mauro Chiabrando (Milano), Collezione Marco Fiori (Bologna), Collezione Garlaschi (Milano), Collezione Ivan Guantario (Milano), Collezione Laura Inzoli (Crema), Collezione Ferruccio Proverbio (Milano-Lisbona), Collezione Luca Scarlini e altri prestatori che hanno preferito rimanere anonimi.
Comitato scientifico
Elena Alfonsi, Simone Bandirali, Alessandro Barbieri, Emanuele Bardazzi, Paolo Battistel, Alessandro Brivio, Antonio Castronuovo, Mauro Chiabrando, Mario Finazzi, Lidia Gallanti, Edoardo Fontana, Roberto Lunelio, Silvia Scaravaggi.
Sede
Museo Civico di Crema e del Cremasco
Piazzetta Winifred Terni de’ Gregorj 5, Crema
Orari di apertura
Lunedì chiuso
Martedì 14:30 - 17:30
Da Mercoledì a Venerdì 10:00-12:00 e 14:30-17:30
Sabato, Domenica e festivi 10:00-12:00 e 15:30-18:30
Ingresso
Gratuito, senza prenotazione
Catalogo
Edizioni Museo Civico Crema
Informazioni generali
Museo Civico di Crema e del Cremasco
Piazzetta Winifred Terni de’ Gregorj, 5 26103 Crema
tel. 0373 257161 – 894481
museo@comune.crema.cr.it
www.culturacrema.it
Facebook: @museocrema
Instagram: @cultura_crema
YouTube: Museo Civico di Crema e del Cremasco
Ufficio stampa
Sara Zolla | tel. 346 8457982 | press@sarazolla.com
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Marchio d'Impresa registrato al Ministero dello Sviluppo Economico
Attivazione di un Protocollo per l’Ascolto e l'orientamento al fine di elaborare il Dolore causato dalla Morte di una Persona o di un Animale con cui vi era un rapporto affettivo.
Un Nuovo Servizio Sociale d’aiuto rivolto a persone di tutte le età che si trovano ad affrontare il vissuto della perdita e non sono in grado di gestire il dolore da distacco.
Promosso: Associazione Culturale Aretè - Curtatone - Mantova
In convenzione:Clinica della Crisi S.r.l.-Associazione Rivivere - Bologna
Con il patrocinio e la collaborazione: Provincia di Mantova.
Per coloro che a causa del dolore provocato dalla morte di una Persona o di un Animale con cui vi era un rapporto affettivo attraversano momenti di difficoltà.
Per coloro che si trovano a vivere l’esperienza della Morte dell'altro direttamente, o che si trovano accanto a persone che stanno vivendo un dolore per la Morte di qualcuno nel ruolo di genitori, familiari, insegnanti, educatori, operatori.
Per chi desidera approfondire la conoscenza del nostro lavoro a favore del sostegno di chi si trova ad avere la necessità di un aiuto per superare il delicato e destabilizzante momento di vita in cui si incontra la morte dell’altro.
Durante il corso della vita gli individui sperimentano il tema della perdita in diverse circostanze e in differenti modalità.
Nella società odierna vi è sempre più lo strano rinforzo di rinnegare la morte evitando ogni comunicazione a riguardo:
"Non parliamo della morte così essa non potrà esistere".
Ma la morte, come la nascita, fa parte della vita e come parte importanti della stessa, scatena in noi emozioni molto diverse e molto intense.
Le emozioni aiutano ad agire per muoversi verso ciò di cui sentiamo la necessità e che più permette di sentirci al sicuro. In questo contesto, la regolazione emotiva è l’aspetto centrale a cui viene legato il vissuto di un’emozione. In età infantile sono i nostri genitori che regolano l’attivazione emotiva fornendoci uno specchio su cui poter riflettere ciò che proviamo; proprio dal rapporto con la madre e il padre impariamo le strategie più idonee al nostro contesto che ci permettano di affrontare tali vissuti.
Ognuno ha il diritto di provare tali emozioni e di poter essere accompagnato nel percorso di ascolto, riconoscimento, regolazione e accettazione delle stesse quando più ne senta la necessità. È importante percepire di poter comunicare liberamente pensieri, emozioni, immagini e comportamenti ad esse legati.
Telefono Bianco, elaborando uno specifico Protocollo d'Intervento di sostegno al Dolore per alla perdita causata dalla morte di una persona o un animale, con la formazione di personale qualificato addetto al servizio, offre ai cittadini questa possibilità garantendo il massimo rispetto verso i vissuti soggettivi di ogni persona.
Ognuno di noi porta con sé un bagaglio conoscitivo personale, creatosi durante tutta l’evoluzione, in cui rientrano diversi punti di vista e diverse modalità di affrontare ciò che ci succede. La soggettività è intrinseca ad ogni cosa e questo presuppone che ognuno abbia imparato a gestire i propri vissuti in modo diverso, attribuendo loro diversi significati. L’ascolto empatico è uno degli strumenti fondamentali in possesso dello Psichiatra, dello Psicologo e del Psicoterapeuta. Questo strumento permette di poter creare una relazione di fiducia con la persona che a loro si rivolge e alla quale potranno offrire un sostegno nel percorso di autoconsapevolezza e di co-costruzione di nuovi significati.
Sono previsti suggerimenti di Letteratura dedicata.
- Sarà possibile prevedere l’affiancamento dei professionisti di Telefono Bianco da parte di volontari che potranno collaborare fattivamente al servizio svolgendo un libero e gratuito tirocinio didattico riconosciuto.
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Telefono Bianco è un Marchio d'Impresa registrato al Ministero dello Sviluppo Economico. Nasce in Provincia di Mantova nel 2024.
Un Servizio Sociale promosso dall'Associazione Culturale Aretè, grazie al Presidente della Provincia di Mantova Dott. Carlo Bottani che ha concesso il patrocinio e la collaborazione della Provincia di Mantova.
Un Nuovo Progetto Sociale per offrire un Servizio di Orientamento che accompagni la persona a gestire il dolore per la morte di una Persona o un Animale e a non esserne travolta, cercando di prevenire l’insorgere dei possibili disturbi psicologici collegati al lutto.
Linea telefonica di Ascolto ed eventuale Consulenza Psicologica rivolta a tutti coloro che desiderano essere ascoltati.
Servizio Email finalizzato a fornire supporto, sostegno, aiuto psicologico in uno spazio d’ascolto per adolescenti e adulti.
Linea Telefonica Telefono Bianco:
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- Gruppi AMA Auto Mutuo Aiuto.
- Corsi di Formazione e Aggiornamento per i Volontari.
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- Incontri tematici sul tema del lutto e della comunicazione del lutto.
- Corsi per comunicazione notizia infausta.
- Percorsi di Death Education e Pedagogia del Lutto in Istituti Scolastici con formazione e consulenza per insegnanti, percorsi laboratoriali di educazione al fine vita per bambini e ragazzi. (Letteratura del distacco).
- Supporto psicologico individuale e di gruppo.
- Formazione di Gruppi AMA per le persone che hanno perduto Pet o che si trovano a dover affrontare e gestire il loro fine vita.
- Bibliografia sul tema del supporto psicologico in caso di perdita di un animale domestico.
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- Raccolta dei feedback sul Servizio di Supporto tra i clienti delle Cliniche Veterinarie.
a) elaborazione dati
b) aiuto nella stesura di paper/poster
- Consulenza Legale
- Cimitero Virtuale per Pet sul sito di Telefono Bianco.
L’Ascolto offerto dall’operatore ad adolescenti e adulti ha l’obiettivo di creare una relazione di fiducia attraverso la quale loro possano esprimere sentimenti, emozioni, necessità, relativamente alla motivazione che li ha determinati a chiedere aiuto.
La consulenza telefonica avrà l’obiettivo di accogliere la domanda della persona che richiede sostegno, offrire ascolto empatico e non giudicante rispetto ai vissuti ed alle emozioni, fornire rassicurazione attraverso la psico-educazione, dare un primo orientamento per la gestione del problema.
A seguito al massimo di tre colloqui telefonici si potrà stabilire insieme all’utente la necessità o meno di un supporto psicologico più strutturato o di una psicoterapia, inviando a servizi specifici sul territorio con i quali Telefono Bianco lavori in rete.
A seguito al massimo di tre colloqui telefonici si potrà valutare, insieme all’utente la possibilità di partecipare a gruppi di Auto Mutuo Aiuto per persone in lutto, piuttosto che ad altre attività dell’Associazione.
Specificatamente per il personale sanitario, nel caso lo si ritenesse necessario, si potranno organizzare gruppi di condivisione e sostegno reciproco dell’esperienza di perdita vissuta nel proprio ambito lavorativo, supervisionati da esperti. Sarà fondamentale considerare ogni situazione come unica e non omologarla ad altre che possano apparentemente sembrare simili, dando la massima attenzione alle particolarità di ogni singola esperienza, alle relative riflessioni, alle necessità contingenti e alle emozioni.
Dato che non è possibile, e si rivela controproducente verso la vita, cancellare ogni qual si voglia turbinio di emozioni avvertite dopo la morte di una persona cara sarebbe di fondamentale importanza raccogliere come dati scientifici i significati che vivono in queste emozioni, per imparare a meglio riconoscerle e ad accoglierle.
L’ascolto offerto agli adulti avrà l’obiettivo di orientarli e aiutarli a gestire concretamente situazioni di disagio che coinvolgano loro stessi, i loro figli e/o i loro genitori; potrà altresì accogliere il vissuto emotivo e renderlo così condiviso in modo tale da poter co-costruire insieme uno spazio a esso dedicato al fine di una maggiore consapevolezza personale dello stesso. Mediante questo percorso sarà possibile, inoltre, accompagnare l’individuo verso una gestione personale del proprio vissuto e quello degli eventuali altri componenti del nucleo famigliare. Gli operatori offriranno supporto emotivo per permettere agli adulti di acquisire le competenze di base per affrontare suddette situazioni.
Nell’età evolutiva, invece, diverso sarà l’approccio, ma l’obiettivo verterà verso la stessa direzione: non si eliminerà il vissuto emotivo ma lo si accoglierà e lo si legittimerà in modo tale da poter offrire uno spazio in cui riconoscerlo e accettarlo per quello che rappresenta in quel momento per il bambino, dove il dolore si scatena attraverso differenti modalità.
L’ascolto ha l’obiettivo di offrire un servizio di Supporto Psicologico per Distacco
Il Servizio di Supporto Psicologico per Distacco risponderà ad adolescenti e adulti nel caso di dolore provocato sia dalla morte di familiari, amici, conoscenti persone con le quali vi era un rapporto affettivo indipendentemente da qualsiasi legame, sia dalla morte di un animale.
Nel caso di genitori sarà molto importante riuscire a fornire degli strumenti di sollievo che possano essere d’aiuto a loro stessi e ai loro figli. Il fine è di aiutare a rafforzare le proprie risorse personali per imparare ad affrontare non solo quel dolore ma i dolori che costellano la vita.
Sarà finalizzato sia all’aiuto specifico per affrontare il superamento del dolore causato dalla morte di coloro che amavano, o a cui per motivi differenti erano legati, sia all’accompagnamento per superare il dolore a causa di una morte che nel tempo non accenna ad affievolirsi.
L’intervento è lo spazio d’ascolto e di consulenza offerto per un’espressione libera che avrà la comprensione del professionista all’ascolto.
- Ascolto della richiesta.
- Approfondimento della situazione con la collaborazione di chi ha richiesto aiuto, per comprenderla meglio e fornire un adeguato sostegno emotivo.
- Costruzione, insieme a coloro che hanno richiesto aiuto, di un percorso di superamento della situazione di crisi che rispetti tempi, desideri e comunque non sottovaluti qualunque necessità.
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